Carsten Höller, Doubt @ Hangar Bicocca: la mostra-Luna Park

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Un Luna Park dell’inaspettato e della psichedelia. Questo è Doubt.

Gli spazi dell’Hangar Bicocca di Milano accolgono fino al 31 luglio 2016 questa spettacolare mostra dell’artista belga Carsten Höller. Una mostra senz’altro fuori dal comune, o per lo meno dal comune concetto di mostra, perchè le opere di Höller acquistano senso solo se i visitatori ci giocano, ci interagiscono.

Così, all’inizio bisogna passare attraverso un tunnel di luci gialle e verdi che subito si biforca, portando a due diversi ingressi sulla parete di fondo, anch’essa luminosa. Il visitatore deve subito fare una scelta e affrontare il primo dubbio: destra o sinistra?

In entrambi i casi si arriva a un secondo tunnel, un percorso nell’oscurità più totale che prelude alla mostra vera e propria. Si intuisce fin da subito il gioco di Höller, che consiste nel disorientare, nell’alterazione della percezione e dei punti di riferimento di chi si approccia alle opere. Camminare attraverso un passaggio di cui non si conosce l’altezza nè la profondità, nè tantomeno l’andamento, e trovarsi all’improvviso una salita sotto i piedi – ammesso di aver ancora chiaro dove si trovino i piedi – è un’esperienza estremamente straniante.

Il percorso continua lungo la navata dell’Hangar su binari paralleli, attraverso opere simmetriche che corrispondono ai due simmetrici ingressi. Ogni cosa è fatta per costringere ad un nuovo punto di vista, come l’acquario che si guarda dal basso, appoggiando la testa su un cuscino, o le Flying Machines (per cui è necessaria la prenotazione) che portano l’osservatore a guardare la mostra dall’alto, come su un deltaplano.

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Revolving Doors, 2004-2016

Tutto è il contrario di quello che ci si aspetta. Le due grandi giostre, che nei Luna Park veri ruotano ad alta velocità proiettando i loro sedili verso l’esterno, qui girano con una lentezza estenuante, diventano un’apoteosi della noia, e proprio nel loro essere totalmente snaturate e prive di interesse acquistano nuova attrattiva.

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Double Carousel, 2011

O ancora, nell’ultima stanza, ci sono due lettini motorizzati che vagano senza meta nello spazio. L’artista dà la possibilità di passare lì la notte (previa prenotazione) e di vivere l’esperienza straniante di addormentarsi in un posto e svegliarsi in un altro, in uno spazio spoglio ed estraneo.

Non descrivo nei dettagli ogni lavoro in mostra perchè questo lo fa già egregiamente il libretto fornito dall’Hangar Bicocca, disponibile anche in pdf sul sito. Dico però che questo è un tipo di arte che vale la pena vedere e conoscere.

Höller porta agli estremi quella che è forse la principale funzione dell’arte: far vedere la realtà in modo nuovo e inaspettato. Con la differenza che ciò che gli artisti di solito fanno vedere in questo caso si può esperire in modo diretto e totalizzante. Höller gioca con le nostre percezioni e ci proietta in un mondo allucinato in cui enormi amanita muscaria danzano sospese per aria, in cui la vista si perde sugli specchi di pareti mobili e in cui degli occhiali speciali ti fanno vedere le cose a rovescio.

Crea un mondo parallelo cui non si può restare indifferenti.

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Flying Mushrooms, 2015
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Light Corridor, 2016

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